….. Nella vita se credi in qualcosa devi mettere in conto che ti costerà fatica, sacrificio, delusioni, studio, dedizione e poi forse un giorno soddisfazioni...
Ero alla ricerca da tempo di un corso di scrittura.
Dall’apertura del blog ho sempre scritto a braccio e di pancia, spinta da un passione giovanile che per diversi anni è rimasta chiusa nel cassetto.
Poi l’idea di raccontare dei viaggi e le emozioni che rimanevano al ritorno, mettere su carta le sensazioni, i profumi, l’aria respirata. Non una guida di viaggi, quella non mi è mai interessata.
Ma non mi bastava: volevo raccontare me stessa e la mia quotidianità. Una sorta di diario personale ma non troppo!
Un giorno lascio un commento ad un post su Instagram. C’era la possibilità di avere una consulenza. Ma il post è di molto tempo prima, mi rispondono ugualmente consigliandomi che alla base di tutto per “cercare” di fare la differenza è necessario scrivere bene e iniziare con un corso di scrittura. “Conosci Imma Vitelli?”
Ora, potrebbe sembrare un consiglio scontato ma non è così. Non me ne voglia chi quotidianamente riempie pagine di articoli con i propri blog o pubblica post su Instagram o altri social, ma la differenza la fanno solo alcuni. E io non sono certamente fra questi. Io ho solo da imparare e tanto.
Non per altro la frase più sentita in questi ultimi anni è “voglio scrivere un libro!”.
Sapete che credo alle coincidenze e che le cose non capitano mai per caso, non era solo un consiglio ma un messaggio vero e proprio!
Nella vita se credi in qualcosa devi mettere in conto che ti costerà fatica, sacrificio, delusioni, studio, dedizione e poi forse un giorno soddisfazioni.
"La cura delle parole" è un laboratorio di scrittura autobiografica nato durante la pandemia, con il quale la giornalista e scrittrice Imma Vitelli mediante laboratori online in streaming insegna e mette a disposizione il suo sapere.
Ma conosciamola meglio: ha studiato Giornalismo alla Columbia University di New York; ha vissuto dieci anni in Medio Oriente, al Cairo, a Beirut e a Istanbul.
Scrive diversi romanzi e racconti, rubriche, soggetti e sceneggiature per il cinema.
Ha collaborato a diverse testate (Associated Press, Business Week, Il Mondo, Sette del Corriere della Sera, La7, D di Repubblica, Marie Claire) e per undici anni è stata inviata di guerra per Vanity Fair fino a quando un giorno come scrive lei “ sono andata in Nord Corea e dopo quell’esperienza – memore del suggerimento di Ndaru – ho smesso di correre.”
I laboratori sono formati da diversi corsi; da quello Introduttivo fino a quello Avanzato, gli Esercizi di felicità e i Ritiri.
Detto e fatto: mi iscrivo al corso introduttivo. Per me era qualcosa di assolutamente nuovo, non avevo idea di ciò che avrei fatto e di chi avrei incontrato.
Finalmente, però, dopo quasi un anno riesco ad uscire virtualmente dalla mia stanza e dal mio paese e mi trovo “seduta” al banco accanto ad altri allievi di tutta Italia e non solo.
Di Imma avevo letto i suoi racconti e guardato le sue foto.
Lei è seduta sul divano e inizia a parlare, si presenta con una voce calma e rassicurante, ci racconta come si svilupperà il corso e ci chiede quasi subito di presentarci.
Siamo in dodici, ognuno con la propria vita, storia e racconti da scrivere e condividere.
Siamo in dodici in una “bolla”. Ogni lezione ci permetterà di conoscerci meglio, di condividere le nostre emozioni, paure, i nostri disagi, errori e dolori.
Sembra che ci conosciamo da sempre e come se ci conoscessimo da sempre ci aiutiamo, rassicurandoci l’uno con l’altro, confortandoci nei momenti difficili non di scrittura ma di vita di questo mese!
Dal sito “La cura delle parole” leggo:
“Prima di essere un’arte, scrivere è una cura. Fa stare meglio non solo gli scrittori ma chiunque si cimenti con la magia delle parole. Scrivere è un setaccio, separa paure e insicurezze dall’essenza del nostro essere e, in quel gesto, ci permette di trovare ciò che da soli non troveremmo: leggerezza, accoglienza, purezza.
Scrivere ti riempie il cuore, se glielo permetti. Ma come un’abilità o un muscolo, l’ascolto della propria saggezza interiore si affina con l’esercizio.”
Da qui si evolve il percorso di studio ma anche quello interiore. Se da un lato impariamo a sapere cos’è un arco narrativo, una voce, come si sviluppa una storia partendo dall’incipit alla parte finale, laddove (forse) sarebbe opportuno trovare la redenzione.
Rileggo gli appunti, Socrate scrisse: “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”. Scrivere ci permette di attraversare la nostra vita, partiamo da un punto, attraversiamo la via e arriviamo a destinazione, forse una dieci o cento volte, questo non si può sapere, lo si può scoprire vivendo.
Durante il nostro percorso abbiamo letto un racconto, ci ha permesso di cogliere con attenzione quello che veniva spiegato. All’inizio del corso mi permisi di dire “ è un racconto troppo duro, troppo doloroso per me, non so se riesco a finire di leggerlo, mi fa piangere e stare male!”, ma solo perché leggevo quello che i miei occhi vedevano, c’era la parte bella, la redenzione, quella che qualche tempo dopo ho cercato anch’io, ma questa è ancora un’altra storia.
Quattro lezioni, quattro settimane e relativi compiti da svolgere. L’ultima lezione è un susseguirsi di emozioni, dalla lettura dei nostri racconti ai commenti, ai saluti.
Ci facciamo una promessa quella di rivederci e rimanere in contatto.
Per me è stato un viaggio, non solo per quello che ho imparato, l’ho iniziato come figlia e come madre, l’ho finito solo come madre.
Ora mi resta il dolore per chi in questo mese se ne è andato, resta il mio dramma e i conflitti di una vita, sono tornata per l’ennesima volta alla ricerca di me stessa.
Scrivere mi permetterà di ritrovarmi? di fare forse un giorno pace con i miei sensi di colpa? per tutto ciò che avrei potuto fare, avrei potuto essere e ciò che di fatto è stato?
Credo di si e ringrazio Imma che mi ha permesso di crescere e mi ha condotto per mano in questo splendido viaggio nella scrittura e in noi stessi.
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