Sogno spesso di ritornare nella mia casa e di vederci scorrazzare i miei figli... Quando ritorno al paese quella casa la guardo da lontano con la malinconia nel cuore...

Abito in una bella casa, un appartamento con tutti i confort,  il colore dominante è il bianco dalle porte alle pareti a quello della libreria. I colori li abbiamo messi nei quadri che riempiono le pareti e nei mobili della sala in vetro dal colore azzurro e grigio. È una casa immersa nel verde; tutto intorno le fasce quelle liguri ordinate e pulite, con gli orti e gli ulivi. Da ogni finestra vedo il mare, seduta in terrazza mi lascio scompigliare i capelli dal vento mentre all’orizzonte una linea unica si confonde tra cielo e mare.
Ma non posso fare a meno di pensare alla mia prima casa. Quella di quando ero bambina, quella dell'infanzia, delle giornate allegre e dei dolori immensi. Quella che mi ha visto diventare grande. Era una grande casa molto semplice.

Una grande casa in campagna con la sua corte. In origine era una casa contadina, su più piani con annesso il granaio e le stalle. I miei la acquistarono con l’intento di cambiare vita e lasciare la città negli anni ‘70.
La casa era disposta su tre livelli, al piano terra lo studio di mio padre ( ma negli anni fu adibito a laboratorio e lo studio spostato in un'altra camera al piano superiore). Al primo piano la zona giorno. Dalla sala si accedeva alle camere da letto con una bellissima scala in legno (dove ero solita giocare ruzzolando spesso fino a terra), fatta da un artigiano del posto e unica nel suo genere per i tempi.
Papà aveva costruito un enorme portone in legno e ricavato da un porticato una specie di garage per le auto. Da qui si accedeva a delle botti in cemento armato utilizzate un tempo per il vino. Erano il luogo proibito quello dove si andava a curiosare con gli amici d’infanzia..
La casa era immersa nella campagna, tutto intorno i campi che scandivano le stagioni.
Ogni tempo aveva un suo colore: il bianco dei campi innevati, il verde dei primi ciuffi di erba, il dorato delle spighe di grano, il marrone dell’aratura e delle foglie cadute sul terreno.
Poi c'era il nostro bellissimo giardino disposto a terrazza (un pò ligure) dove  mamma aveva piantato le rose di tutti i colori, le ortensie e i gigli. Ma il pezzo forte era dietro casa  con l'orto e  non mancava nulla: zucchine, pomodori, carote, insalata, fragole e quante cose non ricordo!
Sì andava alla sera con quella lunga canna ad innaffiare fino a tardi!
E poi veniva il tempo della salsa, quello della marmellata, delle zucchine ripiene, delle zucchine in padella, delle zucchine in carpione, insomma se non si è capito delle zucchine. Da piccola i vicini avevano le stalle e i recinti per le galline.
Sono cresciuta in una specie di fattoria allargata, ora si direbbe in una fattoria didattica.
Uno dei tanti piccoli sogni che ho nel cassetto sarebbe quello di riacquistare la casa in campagna.
Me la immagino già (tanto da aver già fatto un piccolo progetto su carta): farei l'entrata dalle scale attigue al giardino accedendo dal terrazzo dove metterei un gazebo in legno con il dondolo, un tavolo e le sedie per poter pranzare fuori nelle caldi estati.
In quello che era lo studio di papà farei un giardino d'inverno con enormi finestre a vista. Tre scalini a scendere porterebbero ad un open space nel quale ricaverei una zona sala- cucina e un primo bagno. Probabilmente lascerei la scala in legno per accedere alla zona notte con due camere da letto e il bagno.
Al piano terra la lavanderia e una sorta di cantina.



Tanto bianco alle pareti e un arredamento minimal
. Un tavolo in legno, le sedie impagliate. La cucina vorrei che richiamasse quelle di un tempo magari in colore verde antico con un enorme frigo a parte moderno. La storia e la modernità, la tradizione e la tecnologia.
In sala vorrei un divano con chaise longue e una bella libreria.
Le camere da letto in stile country, il letto di ferro battuto con i cuscini della nonna oppure un letto con una testata in pelle più moderna. E per i ragazzi il letto a castello con la scaletta in legno stile Heidi.
I pavimenti li vorrei in legno quercia sbiancato ad esaltare i nodi e le venature del legno.
Il giardino me lo immagino con tante rose tutte colorate (come un tempo) e il  prato. Ad ogni finestra un vaso di gerani di tutti i colori.
Riabiliterei le botti costruendo una enorme cantina; sono un amante dei vini e del buon salame!
Il porticato lo lascerei aperto in modo da poter parcheggiare in modo comodo le auto.



Sogno spesso di ritornare nella mia casa e di vederci scorrazzare i miei figli, fargli assaporare il profumo delle stagioni, andare a raccogliere le castagne, le noci e le nocciole.
Mangiare dall’albero le ciliege e sfrecciare in bicicletta.
La realtà è ben diversa lo so. Quando ritorno al paese quella casa la guardo da lontano con la malinconia nel cuore.
Ho pensato molte volte di chiedere agli attuali proprietari di farmela rivedere ma non ho mai trovato l'ispirazione giusta.
L’autunno è arrivato e la stagione delle castagne pure, sarà forse giunto proprio quel momento?




 

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