User Rating: 5 / 5

Star ActiveStar ActiveStar ActiveStar ActiveStar Active
 

Ad un certo punto mi dice: "Ti rendi conto che con un gettone telefonico siamo andati sulla luna!

Il  mio primo colloquio con Guglielmo Spotorno è stato per telefono. Dopo poco ci siamo ritrovati a parlare di come ora tutto si muova velocemente, di quanto una notizia appena pubblicata sia già vecchia, di quanto tempo si passi al cellulare senza dirsi niente.
Ad un certo punto mi dice: "Ti rendi conto che con un gettone telefonico siamo  andati sulla luna! Quando il telefono non lo avevi a casa ma andavi al bar. Prendevi un caffè e poi chiedevi il gettone: il telefono stava sempre là in fondo, vicino alla toilette".
Era proprio così. Ero piccola ma ricordo bene quando andavamo in bottega da Olga e mia madre dopo la spesa o dopo il caffè chiedeva di telefonare. In pochi minuti raccontavi  tutto quello che avevi da dire. Oppure ricordo quando arrivavano le telefonate a casa della vicina, veniva a chiamare mia madre: "Anna vieni, fai presto, c'è Cesarina al telefono".


Prima di scrivere la biografia, raccontandovi come è diventato un imprenditore di successo o come siano arrivate le suo opere in prestigiose gallerie, vi voglio raccontare del mio incontro avvenuto di persona.
Siamo quasi alla fine della nostra conversazione quando lui mi chiede: "Ma tu credi?". La mia risposta è "Si, ma alla luce di quanto ci siamo detti prima forse non come dovrei".
Poco prima gli ho chiesto quale fosse il suo rapporto con la religione. Mi risponde che non crede, non può credere quando pensa alla morte. La morte è qualcosa di violento, di doloroso, in un momento tutto finisce. È un distacco,  io aggiungo desolante.
Mi dice che non può accettare quello che la religione ci spiega, che ama troppo la vita.

Definirei Guglielmo Spotorno una persona complicata ed eclettica, dalle diverse sfaccettature. Un uomo la cui mente è sempre accesa, pensa, immagina, studia, crea.
Forse troppo, tanto che fa fatica a dormire e, quando dorme, la sua notte si popola di sogni strani, quasi incubi. E poi si sa, la notte non porta consiglio, almeno a me porta dei dragoni infuocati, i pensieri diventano enormi, dal peso senza misura. Alle prime luci del giorno tutto riprende la sua misura: si trovano le risposte e si finisce per sorridere dei nostri sogni.

L'uomo seduto di fronte a me è un imprenditore nel settore delle automobili. Oggi la concessionaria Toyota, società di famiglia, è una delle prime in ordine di importanza in Italia... anche grazie alla sua lungimiranza. Guglielmo è un uomo che si è preso i suoi rischi, negli anni ‘80 decide di chiudere il suo rapporto con la Fiat: lascia l'Avvocato Agnelli con una lettera di poche righe. Il successo della Toyota nel mondo dimostra quanto sia stata fortunata quella scelta.
A fianco dell'imprenditore è rimasto l'artista e lui stesso mi dice sorridendo: "Alcuni mi chiamano 'Dottore', altri 'Maestro'... e io non so più a chi credere. E' un falso problema, si capisce perfettamente che è lieto di essere tutti e due.
Una grande passione e un grande estro lo spingono a dipingere.
È solo un bambino quando vince con un disegno il Primo Premio al Concorso Internazionale della scuola. I disegni vengono esposti a Roma, Palazzo Venezia. Il regista Fellini visitò la mostra, vide il disegno e ne rimase colpito. Chiese  così di poter conoscere un bambino che sogna il divenire in modo così originale.
L'opera "Incubo" rappresenta infatti i suoi incubi, quelli che ritornano in età adulta. Si sente un po' 'prigioniero' di quella zia che ama così tanto, ma che lo costringe ai vespri, a pregare di continuo.

Però l'amore per il mare lo porta a passare più tempo possibile a casa della zia a Celle Ligure.
Nasce a Milano, una laurea in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano. Nell'aprile del '71 si laurea in Filosofia con una tesi  in Estetica Metafisica.

È negli anni' 70 che inizia a dipingere le prime opere, vince il premio di pittura “Città di Milano”  Farmitalia Carlo Erba, con le opere “Armonia e silenzio” e “Occhio nello spazio”.

Nel 1982 riceve il diploma di merito “Premio di pittura e grafica, città di Milano”, con l’opera “Connessioni”.
Nel 1989 vince il premio di pittura “Dino Buzzati” con l’opera “‘Presenze nello spazio”.
Inizia ad esporre le sue opere sono nel 2014.

Ma torniamo al bambino: la sua spiaggia preferita è la  Pappaciann’a a Celle Ligure. E’ una piccola insenatura con una striscia di sabbia. E’ lì che fa i primi bagni, la prima pesca fino a diventare un abile nuotatore e un amante della pesca in mare aperto. Sarà proprio l’amore per il mare che gli farà conoscere Ambrogio Fogar, con il quale ebbe un’amicizia duratura ed autentica.

Sto ammirando le sue opere, gli chiedo se ne è geloso, come spesso accade. Mi spiega che solo di recente ha iniziato a venderle e che sì, ci sono opere dalle quali non si separerà mai. Una di queste è “Borderline 1 padre e figlio” dipinta nel 1980. L’opera rappresenta il disagio nel dover affrontare la malattia del figlio. Un’opera che, a suo avviso, ora non sarebbe capace di ripetere. In quel momento riuscì ad esprimere il tormento e la difficoltà ad accettare questa situazione, chiedendosi spesso se dipendesse da un suo errore. Manifestava la sua impotenza nel poterlo curare e aiutare.
La sfera, in un certo senso, è punto di partenza per lo sviluppo delle sue teorie ed opere.  Citando una sua frase: “L'immensamente grande e l'immensamente piccolo hanno forma sferica. Dagli atomi ai pianeti. Dalla goccia d’acqua del mare allo Tsunami dell’Oceano. Anche le Dolomiti erano arrotondate, prima che le piogge le scolpissero. L’angolo in natura non esiste. È una creazione dell’uomo di cui l’esempio estremo è stata la piramide. Il triangolo è fermo. La sfera si può muovere anche sul piano per l’inclinazione di un solo millimetro”.
Gli studi filosofici influenzano la sua pittura. Sviluppa una propria “Teoria sul globale”, sarà il primo a parlarne e a scriverne in lunghi appunti del 1977.
Opere rappresentative sono “‘Armonia e silenzio” e “Connessioni”, che ho avuto modo di ammirare e commentare con lui.
Tra le sue innumerevoli mostre vorrei menzionare la mostra ad AlbaAl di là dell’apparire”, patrocinata dalla Fondazione Ferrero e la recente mostra al Museo della Permanente di Milano a cura del Prof. Caludio Cerritelli, terminata nel novembre scorso.
E' in programma la partecipazione all’Expo 2020 di Dubai, che si terrà nel mese di ottobre.

Abbiamo fatto tardi, è quasi l’una ed è ora di pranzo. Ci salutiamo con la promessa di rivederci.
Sono state ore intense, ho ascoltato le sue parole, i suoi racconti, ho scambiato idee e risposto alle sue domande, in alcuni momenti sembrava che fosse lui ad intervistare me:  avevo l’impressione che cercasse di capire chi ero io, nel mio intimo. Insomma, non un'intervista a senso unico
Fuori, ad aspettarmi, una calda giornata di sole: ero felice ed entusiasta, come se mi avesse trasmesso un’energia positiva. Scendendo le scale che mi portavano al cancello, ho pensato che mi sarebbe piaciuto avere modo di incontrarlo ancora...

Grazie e a presto Guglielmo.

 Armonia e silenzio, 1980

 

Connessioni, 1980

 

L'occhio nello spazio, 1980

 

Borderline1, 1989

 

 Incubo2, 1950

 

 

www.guglielmospotorno.it

www.facebook.com/guglielmospotornopittore

Blog Viaggi